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lunedì 4 maggio 2015

Los Angeles dell'adolescenza

Los Angeles de la Habana
A quarantott'anni sei un coglione malinconico o incattivito. A venti un'esplosione di propositi che a te sembrano valere come diamanti ma al mondo sembrano merda. Poi ha ragione il mondo. Ma tu aspetti i trenta per fargliela vedere al mondo, per prenderti la tua rivincita. Ma a trent'anni sei tu il mondo. E il gioco è fatto. Se eri Mozart te ne accorgevi a sei anni. Se sei un coglione te ne accorgi a trent'anni o giù di lì. Ok, questo per dire che a quattordici invece non sei niente. L'adolescenza. L'età più stronza che abbiano inventato. Quel paradiso che perde i pezzi, i cherubini che ti fregano lo specchietto della Vespa, gli angeli con le trombe celestiali che si fanno le trombe. Un casino davvero. Proprio a questo penso in un sabato pomeriggio torrido. Sono le 4 e sono seduto su un muretto del Le Select, un locale di Playa. Fra un paio d'ore c'è il concerto dei Los Angeles e in giro c'è nervosismo.