Questo
blog poteva chiamarsi "Quello che piace a me, punto e basta" e forse
avrebbe dichiarato con maggior forza lo spirito che lo fonda e che mi anima:
quello di disegnare un percorso altamente soggettivo di ciò che piace a me a L'Avana. D'altro canto, dalla
"Critica del giudizio" di Kant in poi, siamo stati liberati da un
concetto di bello "a priori" e quindi, in poche parole, faccio come
mi pare. L'Avana è la città che ho scelto per vivere e per scrivere. Secondo me
(quante volte ripeterò “secondo me” nei mesi a seguire?) è la città più bella del mondo e non cerco un contraddittorio. Secondo
me. E mi basta. L'Avana è una città (città? Non ne sono sicuro, meglio
chiamarla mondo) con una vita culturale incredibile, talenti veri in ogni campo
dell'arte, della cultura in generale, della musica. Ha un fermento creativo che
non ho mai intercettato in tanti paesi del primo mondo. E accanto a questo,
L'Avana possiede un bello, direi, involontario. Quello che non ti aspetti.
Quello che ti prende i sensi con la guardia bassa.