In un periodo storico come questo dove, in nome di
qualche dio a caso, si sgozzano vignettisti, ci si fa esplodere negli autobus,
si decapitano "stranieri", parlare di temi relazionati con la
spiritualità sembra come stuzzicare una ferita infetta per semplice sadismo.
Forse non è un periodo straordinario: basta agitare bene la bibita frizzante
delle religioni ed escono fuori parole tipo "crociate",
"antisemitismo", "attacchi al gas nervino nelle
metropolitane". Vista così la questione, emerge lo stesso istinto di
difesa che nasce in Italia verso la politica: la politica è roba sporca, meglio
non metterci il naso. Si confonde una delle dimensioni più evolute dell'uomo,
l'amministrazione e l'immaginazione della cosa comune, con quattro poveracci
sporchi, loro sì, che scegliamo per realizzarla.
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lunedì 11 maggio 2015
lunedì 4 maggio 2015
Los Angeles dell'adolescenza
A quarantott'anni sei un coglione malinconico o
incattivito. A venti un'esplosione di propositi che a te sembrano valere come
diamanti ma al mondo sembrano merda. Poi ha ragione il mondo. Ma tu aspetti i
trenta per fargliela vedere al mondo, per prenderti la tua rivincita. Ma a
trent'anni sei tu il mondo. E il gioco è fatto. Se eri Mozart te ne accorgevi a
sei anni. Se sei un coglione te ne accorgi a trent'anni o giù di lì. Ok, questo
per dire che a quattordici invece non sei niente. L'adolescenza. L'età più
stronza che abbiano inventato. Quel paradiso che perde i pezzi, i cherubini che
ti fregano lo specchietto della Vespa, gli angeli con le trombe celestiali che
si fanno le trombe. Un casino davvero. Proprio a questo penso in un sabato
pomeriggio torrido. Sono le 4 e sono seduto su un muretto del Le Select, un
locale di Playa. Fra un paio d'ore c'è il concerto dei Los Angeles e in giro
c'è nervosismo.
sabato 25 aprile 2015
Liberazione al ristorante Bella Ciao
In
una data come quella di oggi avrei voglia di parlare di Liberazione. Di quei
poveri cristi che ci avevano messo tutto, in molti casi la vita stessa, per
consegnarci la possibilità di mettere in piedi un paese migliore. Provo
disgusto e rispetto, strano binomio, nel parlarne. Disgusto perchè, ahimè, ho
letto i capitoli successivi di quella storia. Rispetto perchè io oggi non avrei
palle e motivazioni per fare lo stesso. Mi piacerebbe rivolgere un pensiero di
gratitudine a quelle persone e dirgli che il loro sacrificio non è stato vano.
Invece è un'ipocrisia. Il loro sacrificio è stato vano.
lunedì 20 aprile 2015
Le donne cubane camminano
Le donne cubane camminano in un modo unico al mondo. Non ci credete? Provate ad osservare le donne cubane mentre camminano, scoprirete perchè.
mercoledì 15 aprile 2015
Comici, spaventati guerrieri: Panfilo Epifanio.
È sabato. Non ho nulla da
fare. Il pomeriggio lo passo a bighellonare tra libri e un paio di cose da
scrivere. Mi chiama Dalia e mi chiede se ho voglia di andare a vedere uno
spettacolo comico al Karl Marx. Le dico che odio i comici. Quelli cubani
specialmente. Mi dice che c'è Panfilo. Panfilo mi piace. Ogni lunedì fa una
trasmissione in prima serata che si chiama "Vivir del cuento" che ha
ascolti altissimi e lui è bravo. Mia figlia mi dà il tormento dalle retrovie:
"dai papà, andiamo, andiamo...". Insomma, vado. Il fenomeno degli
umoristi cubani è in ascesa incontrollabile da qualche anno. Un fenomeno simile
al reggaeton. Non c'è locale che non abbia nel suo programma settimanale il
comico di turno. Io non li sopporto. Nella maggior parte dei casi una comicità
di basso livello al servizio del luoghi comuni più triti, volgarità gratuita,
superficialità a vagoni.
lunedì 13 aprile 2015
Ristorante Olivo
Serata pigra. In frigo ci sono poche cose e
nessuno ha pensato alla cena. Si tratterebbe di scaldare qualche vecchia pizza
messa a congelare come una mutanda ripiegata su se stessa. I soliti buoni propositi: "Dobbiamo
programmare. Programmare. È chiaro? Non possiamo arrivare alle otto e aprire il
frigo per vedere che c'è...". No, infatti. Taccio sul fatto che sono 48
anni che va avanti così: mutande ripiegate, attacchi al sacchetto della farina
per assorbire carboidrati, succhiare würstel congelati come fossero un calippo,
frutta compulsiva e acida scansando gli insetti che ci hanno trovato casa.
Bene. Sono giorni che passo davanti ad un cartello in calle 20. Il cartello
promette bene: Olivo. Mi tornano su, come i würstel congelati, immagini di
Romano Prodi che sventola una bandiera e sembra un idiota al circo. Poi, negli
anni, si è rivelato un idiota al circo, ma questa è un'altra storia. Ok,
andiamo.
martedì 7 aprile 2015
La guayabera di Zoila
Io e l'eleganza siamo due nemici
inconciliabili, questo è noto, e a Cuba riesco a far dubitare chiunque sul
grande stile italiano che è il nostro biglietto da visita nel mondo. Spesso il
mio aspetto ricalca quello di un homeless uruguaiano e non è raro cogliere
espressioni di perplessità quando presento il mio biglietto d'invito a qualche
ricevimento. Occhi che dicono: "e questo dove l'hanno raccattato?",
impasse che viene fortunatamente interrotta da qualche persona che mi conosce e
che dice: "No, è tutto a posto, lui sta con noi...". Bene, forse è
questo il motivo per cui sono stato omaggiato di una splendida Guayabera in
occasione della Settimana della cultura italiana a Cuba, un messaggio elegante
per dire: "Alessà, datte una sistemata...".
giovedì 2 aprile 2015
Ristorante El Chanchullero a L'Avana vecchia
Ristorante El Chanchullero
Ho scoperto El Chanchullero quasi per caso. Tornavamo a
piedi, io e Dalia, per prendere un almendron davanti al Capitolio in un tardo
pomeriggio torrido di un paio di anni fa. Avevamo terminato le lezioni del
giorno e scappavamo da un'Avana Vecchia che in quei mesi sembrava Sarayevo dopo
un bombardamento. Si camminava lungo strettissime lingue di terra lasciate
libere dagli scavi della compagnia del gas e facevamo slalom olimpionici tra
macerie ed umani che ripetevano: "amicci, amicci ittaliani... da dove venire?".
lunedì 30 marzo 2015
Diego Maradona, De zurda, Telesur: alcune riflessioni.
La nuova trasmissione De Zurda e quello che resta di Maradona
Telesur è una delle più belle televisioni del pianeta. Ti fa pensare che la tv possa anche non essere un mezzo obbligatoriamente idiota. A volte basta svincolarlo da un'idea di mercatino dove vendere monnezza e piazzare una zoccola seminuda per attrarre consumatori e il gioco è fatto. Nella programmazione di Telesur la trasmissione di gran lunga migliore sotto vari punti di vista (estetico, antropologico, medico e narcotico) è De zurda. De zurda (letteralmente "di mancina" alludendo alla gamba e alla posizione politica) è una trasmissione calcistica che parla di calcio latinoamericano in prevalenza e di calcio più in generale attraverso la pimpante conduzione di Diego Maradona e del giornalista Victor Hugo qualcosa.mercoledì 25 marzo 2015
La vita dopo la morte
È
tutto a posto: esiste la vita dopo la morte. Fine delle angosce, fine del
pessimismo, fine delle religioni. Ora non ho tutti i dettagli ma è sicuro.
Abbiate la pazienza di leggere queste righe fino alla fine e saprete tutto sul
vostro destino.
Dunque,
vorrei che fosse chiaro che a Cuba tutti quegli spettacoli con donne vestite
come Moira Orfei che mostrano la loro bellezza al ritmo di una musica qualunque
sono specchietti per le allodole. Servono per togliere dei soldi a canadesi
scorticati dal sole e dall'alcol con uno spettacolo mediocre facendo loro
credere che Cuba si muova così. Si muove così il loro immaginario da quattro
soldi. Il Tropicana ( e mille altri posti simili) è un locale
turistico e non solo per i prezzi. È turistico perché crea una
realtà che risponde alle aspettative del visitatore, nada mas. Un po' come i
centurioni appostati come rapaci sotto al Colosseo. Monnezza.
sabato 21 marzo 2015
Bambini al Museo Nacional de Bellas Artes
Una
delle cose più odiose che un paese possa fare per la sua gente è quella di
rendere il proprio patrimonio artistico inaccessibile. I musei vaticani sono
una bella storia ma il prezzo del biglietto taglia fuori fette sempre più
grandi di popolazione che decidono saggiamente di spendere quei soldi per
sfamare un figlio piuttosto che regalarli a quei simpatici esserini vestiti di
nero. Parlo dei musei vaticani perchè mi stanno particolarmente simpatici ma il
problema riguarda molta parte dei musei italiani e del mondo. La fruizione
dell'arte è fondamentale. L'accesso ad essa è, secondo me, più cruciale della
banda larga per tutti. Che me ne faccio della banda larga se poi la uso per
andarmi a scaricare l'ultimo film di Muccino o l'ultima meravigliosa canzone di
Pitbull? I buoi sono già scappati. Il proprio senso del bello è stato già
sfasciato a colpi di cazzate. Penso a questo mentre sto seduto per terra nel
grande cortile interno del Museo Nacional de Bellas Artes
di L'Avana (davanti al Museo de la Revolucion, adesso l'indirizzo esatto non lo
so... Chiedete, mica sono un un vigile urbano).
lunedì 9 marzo 2015
Questo Blog
Questo
blog poteva chiamarsi "Quello che piace a me, punto e basta" e forse
avrebbe dichiarato con maggior forza lo spirito che lo fonda e che mi anima:
quello di disegnare un percorso altamente soggettivo di ciò che piace a me a L'Avana. D'altro canto, dalla
"Critica del giudizio" di Kant in poi, siamo stati liberati da un
concetto di bello "a priori" e quindi, in poche parole, faccio come
mi pare. L'Avana è la città che ho scelto per vivere e per scrivere. Secondo me
(quante volte ripeterò “secondo me” nei mesi a seguire?) è la città più bella del mondo e non cerco un contraddittorio. Secondo
me. E mi basta. L'Avana è una città (città? Non ne sono sicuro, meglio
chiamarla mondo) con una vita culturale incredibile, talenti veri in ogni campo
dell'arte, della cultura in generale, della musica. Ha un fermento creativo che
non ho mai intercettato in tanti paesi del primo mondo. E accanto a questo,
L'Avana possiede un bello, direi, involontario. Quello che non ti aspetti.
Quello che ti prende i sensi con la guardia bassa.
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